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Una donna caucasica di 79 anni si presenta alla nostra attenzione lamentando una riduzione dell’acuità visiva (4/10) nell’occhio sinistro. La sua anamnesi familiare è positiva per degenerazione maculare legata all’età (AMD), un dato rilevante che indirizza l’approccio diagnostico.
Alla valutazione iniziale viene eseguito il multimodal imaging che comprende NIR (Near-Infrared Reflectance, Immagine #1), BAF (Blue Autofluorescence, Immagine #2), Multicolor (Immagine #3) e tomografia a coerenza ottica (OCT, Immagine #4). I dati ottenuti suggeriscono la presenza di una neovascolarizzazione maculare. Viene, pertanto, avviato un trattamento intravitreale con Aflibercept 2 mg.
Durante il follow-up, dopo dieci iniezioni a cadenza temporale crescente (regime Treat&Extend fino a q16), l’esame OCT (Immagine #5) evidenzia la completa risoluzione del fluido retinico. La paziente rimane priva di fluido per un periodo continuativo di 12 mesi. A distanza di 28 mesi dalla diagnosi e dopo un anno di astensione terapeutica, l’acuità visiva corretta (BCVA) dell’occhio sinistro è pari a 7/10.
La paziente in occhio destro mostrava segni caratterizzanti la forma intermedia di AMD e, pertanto, veniva sottoposta periodicamente ad una valutazione approfondita. Nel corso di una delle visite di controllo, la paziente riferisce un peggioramento soggettivo dell’acuità visiva (6/10) in occhio destro (RE). Anche in questo caso vengono eseguiti gli esami di imaging multimodale: NIR (Immagine #6), BAF (Immagine #7), Multicolor (Immagine #8) e OCT (Immagine #9). L’analisi conferma la nuova insorgenza di una forma essudativa di AMD anche al RE.
Si decide di iniziare loading phase con Aflibercept 8 mg intravitreale. Dopo due mesi dalla terza iniezione mensile, si esegue una visita di controllo. Il confronto tra l’OCT basale (Immagine #9) e quello di follow-up (Immagine #10) mostra una importante risposta anatomica, associata ad un miglioramento funzionale (acuità visiva corretta pari a 8/10).
Questa paziente è stata trattata efficacemente con Aflibercept 2 mg in occhio sinistro, raggiungendo un intervallo di trattamento soddisfacente sia per il clinico, sia per la paziente. Grazie a questo traguardo si è deciso di tentare una exit strategy. Effettivamente la paziente non ha più necessitato di ulteriori iniezioni. Vista la buona risposta dell’occhio sinistro, si è deciso, nel momento in cui la paziente ha manifestato una neovascolarizzazione anche nell’occhio destro, di iniziare un trattamento con Aflibercept 8 mg. Il primo follow up risulta incoraggiante, in quanto la situazione anatomica di partenza, caratterizzata dalla presenza di un voluminoso distacco dell’epitelio pigmentato, di fluido sottoretinico e di materiale iperiflettente sottoretinico, risulta essere in netto miglioramento. Ci aspettiamo di poter allungare quanto prima l’intervallo di trattamento e di giungere ad una efficace exit strategy in un lasso di tempo inferiore rispetto a quanto ottenuto con Aflibercept 2 mg.